Floyd: giustizia è stata fatta!
Il processo per la morte dell'afroamericano George Floyd a Minneapolis si è concluso con un verdetto di condanna per l'ex agente di polizia Derek Chauvin: è stato lui a causare il decesso di George, durante il suo arresto, tenendo il ginocchio premuto sul collo per oltre nove minuti senza alcun motivo. La giuria lo ha quindi ritenuto colpevole per tutti e tre i capi di accusa: omicidio colposo, di secondo grado preterintenzionale e di terzo grado.
Giustizia è stata fatta! Da oggi negli USA si apre una nuova era. Sia un monito deciso alla polizia americana dal 'grilletto facile' nonché un forte segnale contro il 'razzismo radicato'. Sia un ammonimento per tutti quegli stati ove vengono calpestati quotidianamente i più elementari diritti umani con l'uso della violenza. Sia una forte condanna ad ogni forma di razzismo.
Riporto quanto postai, su questo blog, il primo giugno 2020:
Nascere con la pelle nera, venire al mondo con dei tratti somatici diversi dal presunto ordinario o avere un passaporto sbagliato spesso vuol dire morire assassinati. La morte di George Floyd è un'altra disumana pagina di storia; condivido l'opinione del governatore del Minnesota Tim Walz che ha etichettato la morte di Floyd come un omicidio. Condanno fermamente le manifestazioni violente che dilagano in questi giorni negli Stati Uniti per la morte dell'afroamericano ma approvo pienamente le contestazioni non-violente contro una parte della polizia americana dal 'grilletto facile' e contro il 'razzismo radicato'.
Non è solo una questione americana, è una tragedia umanitaria che riguarda molti stati del mondo.
Aggiungerò il nome di George (Floyd) alla mia personale 'anagrafe mortuaria' americana; sarà congiunto a: Bartolomeo (Vanzetti), Nicola (Sacco), Martin (Luther King). Spero vivamente di non dover aggiungere altri nomi alla lista.
Parte del discorso di Bartolomeo Vanzetti del 9 aprile 1927, prima della sentenza di morte, a Dedham, Massachusetts: «...Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della terra... non augurerei a nessuna di queste creature ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole... Sto soffrendo perché sono un anarchico, e davvero io sono un anarchico; ho sofferto perché sono un Italiano, e davvero io sono un Italiano [alcune brevi frasi in dialetto piemontese, Bartolomeo era cuneese]... se voi poteste giustiziarmi due volte, e se potessi rinascere altre due volte, vivrei di nuovo per fare quello che ho fatto già...»
Discorso finale di Bartolomeo, tratto dal film "Sacco e Vanzetti" (1971), meravigliosa l'interpretazione dell'attore Gian Maria Volonté.