Siria: olocausto senza fine
Per molti pareva scongiurato il conflitto in Siria; io credevo e dichiaravo, a ragion veduta, l'esatto contrario. I bombardamenti di questi giorni hanno nuovamente colpito indistintamente: militari, civili, operatori umanitari e giornalisti nel territorio di Rojava (Nord/Est della Siria). Sta ricominciando, dopo una breve pausa, la più grande degenerazione bellica di questo secolo.
Hevrin Khalaf, attivista non-violenta per i diritti civili, è stata trucidata solo perché ha avuto il coraggio di condannare le disumane azioni, passate e presenti, compiute in Siria; condotte efferate di cui si parla poco o nulla... un manovrato e terrificante silenzio. La verità è la prima vittima di ogni guerra.
Spero vivamente che la precaria diplomazia internazionale abbia la consapevolezza che una reiterata guerra in Siria risulterebbe un vero "Olocausto"; un'ennesima carneficina destabilizzerebbe il fragilissimo equilibrio geopolitico del Medio Oriente e innescherebbe nuovi e gravissimi conflitti senza confini.
Esprimo la mia profonda solidarietà ai civili (bambini, donne, anziani, uomini in pace, operatori umanitari, attivisti non violenti, giornalisti...) nuovamente martoriati dalle bombe nonché manifesto la mia vigorosa condanna ai militari e ai mercenari belligeranti a prescindere dal colore della loro divisa o della loro bandiera.
Da oggi cercherò di divenire anche siriano; non escludo di chiedere la residenza simbolica, in veste di operatore umanitario non-violento, in una delle città più colpite dal conflitto. Una forma di concreta solidarietà ad un popolo che non conosce la pace.
Tratto dal sito web dell'associazione umanitaria "Prohumanity":